Salve, prima di continuare il discorso vorrei chiedere a Francesca se non ritiene opportuno spostare questo thread nella sezione "Tecniche Modellistiche"?
Riprendiamo il discorso:
Ora disponiamo del profilo della chiglia da realizzare e vorrei mettere a fuoco alcuni aspetti che un modellista dovrebbe tenere in considerazione.
Innanzitutto il piano della chiglia DEVE essere e restare perfettamente piatto, altrimenti il nostro modello viene "a banana". Perché ciò non succeda, non basta solo che la chiglia sia piatta, ma deve essere anche abbastanza rigida da reggere la trazione che viene esercitata dai listelli del fasciame durante la posa. Infatti è per questo motivo che è prassi consolidata fra i modellisti incollare i corsi del primo fasciame uno alla volta da un lato e dal lato opposto dello scafo.
L'orientamento della fibra del legnoE' noto che la resistenza del legno ad essere curvato è diversa se la curva è nel verso della vena, rispetto a quando la curva è nel traverso vena.
Nel verso vena il legno è più forte e più rigido. Ciò è vero anche nel caso del compensato o del multistrato, in cui vale il verso della venatura degli strati esterni. Provare e vederete.
Per questo motivo l'orientamento ideale della fibra dovrebbe essere nel verso del lato lungo del pezzo da tagliare, in quanto in quel verso avremo maggiore resistenza e rigidità.
Osserviamo di nuovo il profilo che abbiamo tracciato della nostra chiglia.
Le frecce indicano l'orientamento ideale della fibra nelle varie parti del pezzo. C'è certamente un certo margine accettabile entro il quale l'orientamento della vena può discostarsi da quello ideale. Questo per noi è importante perché ci consente di trovare il compromesso migliore per il taglio dei pezzi.
Un'altra riflessione ci viene suggerita delle aree cerchiate
B, C; in queste aree siamo incerti su quale sia l'orientamento ideale, per cui
possiamo tranquillamente assumere che entrambi i versi, indicati dalle frecce vicine, possano andar bene.
Nell'area cerchiata
A, è invece certo che il verso della vena deve essere quello indicato dalla freccia e non si può scostare troppo da queslo.
Se ci poniamo le seguenti domande:
- Possiamo o no tagliare il profilo della chiglia in un pezzo solo?
- Come possiamo conciliare queste esigenze diverse?
La risposta è che certamente è possibile fare la chiglia tutta d'un pezzo, purché riusciamo a risolvere bene il problema della zona cerchiata A (che affronteremo dopo). Però valgono alcune considerazioni con le quali fare i conti per decidere se è opportuno oppure no
- Se il modello è piccolo fino a circa 40-45cm di lunghezza la cosa è fattibile ed è anche più semplice fare così, ma un modello di legno, che sia così piccolo, creerà qualche difficoltà per motorizzarlo e per alloggiare l'impianto R/C. Io personalmente ritengo che un modello R/C debba superare i 50-60cm di lunghezza.
- Se il modello è più grande allora il taglio della chiglia in un pezzo solo, potrebbe essere impossibile e comunque determinerebbe un grande spreco di legno, anche se poi possiamo riutilizzare gli sfridi. E' invece raccomandabie "saltare il fosso a pié pari" e pensare subito come fare la chiglia in più pezzi
- Fare la chiglia in più pezzi ci consentirebbe non solo di utilizzare tavole più piccole, di sprecare meno legno ma anche si ottimizzare l'orientamento della vena per ciascun pezzo
In sintesi il profilo della chiglia che abbiamo appena disegnato va ulteriormente elaborato per suddividere la chiglia in più pezzi da unire insieme in modo rigido e stabile.
Correggere il profilo disegnato Dobbiamo correggere un pò il profilo della chiglia, che abbiamo abbozzato, per farlo in più pezzi ma.... non basta!
Osserviamo l'area cerchiata
D, in quella zona dovrebbe passare l'asse del timone e notiamo subito che non c'è lo spazio verticale che ci serve per calettare sull'asse del timone il braccetto o la ruota per i rinvii al servo.
Dovremo perciò modificare il profilo in modo da creare uno scasso (vedi la freccia nell'area
"D") abbastanza ampio per ospitare le manovre del timone. Questo scasso determina un indebolimento della chiglia in quel punto e dovremo forse prevedere due guance di rinforzo.
Osserviamo anche la zona dopo l'asse dell'elica dove dovremo sistemare il motore, anche lì converrà fare uno scasso per guadagnare un pò di spazio.
Nota: Naturalmente io faccio questi discorsi per il modello usato come esempio, ma vi assicuro ogni modello riserva le sue sorprese e quindi l'occhio del modellista deve saper trovare i punti critici sui quali intervenire.
Nella figura che segue affrontiamo il problema del timone.
In questo caso è evidente che la trave verticale (delimitata dalle due righe orizzontali) sulla quale dovrebbe essere incernierato il timone è piuttosto sottile e potrebbe essere a rischio di rotture. In questo caso è indispensabile assicurarci che l'orientamento della vena del legno sia verticale.
Ciò accade perché il disegno rappresenta un rimorchiatore costruito in metallo e di conseguenza le travi metalliche sono più sottili di quanto sarebbero quelle di legno. Dobbiamo inventarci qualcosa per risolvere questo problema. Ecco per esempio alcune soluzioni possibili:
- Possiamo mantenere l'asse del timone in modo che cada fuori dalla trave verticale, ma dobbiamo modificare il disegno per allargare un pò questa trave, che realizzeremo a parte con la vena del legno nel verso ottimale e la incolleremo in posizione.
- In alternativa possiamo sempre fare la trave verticale da fissare alla chiglia successivamente, ma la facciamo di metallo.
- Oppure ancora, eliminiamo completamente la trave verticale, spostiamo leggermente in avanti l'asse del timone e realizziamo il timone imergnato su un asse verticale passante, come di solito è nelle imbarcazioni di legno con lo scasso per l'elica. Questa soluzione si discosta dal modello ma può essere accettabile ed è più semplice da realizzare.
Passando allo spazio per calettare il motore, nella figura che segue mostro come si può valutare lo spazio che sarà disponibile nel modello.
Osseviamo la vista trasversale e quella longitudinale allineate rispetto alle Waterlines, che sono rappresentate dalle linee orizzontali a varie altezze.
Con le frecce ho messo in corrispondenza sulle due viste, tre sezioni: la n.2, la n.3 e la n.4, che sulla vista longitudinale sono rappresentate da linee verticali posizionate nella zona che ci potrebbe interessare per montare il motore.
Sulla vista trasversale queste sezioni sono rappresentate da curve, che nelle intersezioni con le linee orizzontali delle waterlines, ci danno l'idea dell'ampiezza dello scafo in quel punto.
Considerazioni conclusiveSpero che da quanto detto in queste mie note, sia emerso che per costruire i pezzi di uno scafo è necessario "inventarseli" in base a come pensiamo di costruire il modello e in base alle difficolta e ai problemi di costruzione che dobbiamo prevedere in anticipo.
Lavorare con carta e matita o con il computer, fa poca differenza, ciò che conta è l'esperienza costruttiva (che si matura anche realizzando modelli da KIT), sapere ragionare e arrangiarsi, non aver paura di sperimentare e magari buttare via i pezzi venuti male e di rifarli di nuovo.
Spero di non annoiarvi, raccontandovi cose già da voi conosciute e date per scontate. Fatemi sapere se vi interessa che io continui o se debba fermarmi quì.
Buon modellismo a tutti.