Cap. 9

AZIONAMENTO DEI ROTORI NEGLI ELICOTTERI IMBARCATI

SUI MODELLI DI NAVI DELLA MARINA MILITARE

(B. Consolidani, V. Galeani, M. Parasassi)

Dopo la pubblicazione dell’articolo sugli elicotteri imbarcati in scala 1/100 di Parasassi (pubblicato sui n° 48 e 50), i soci Consolidani e Galeani, che hanno motorizzato i rotori dei loro AB-212 imbarcati rispettivamente sul De La Penne e Etna (anche se in scala 1/72 e quindi di un 30% più grandi) hanno voluto scrivere questo articolo per invogliare gli amici a motorizzare i propri ed anche per fornire, a chi di elettronica ed elettrotecnica "… ne mangia poco …", ma è appassionato di modellismo, una semplice guida per realizzare qualcosa di veramente interessante e particolare.

L’articolo si compone di 5 paragrafi:

1 - PREMESSE

In molte navi della Marina Militare sono imbarcati diversi tipi di elicotteri, con le più svariate funzioni; riteniamo opportuno elencarne qualcuna:

Sui modelli delle navi militari realizzate in ogni parte del mondo, gli elicotteri imbarcati fanno molto effetto.

Si è visto,inoltre, per esperienza, che tali velivoli suscitano molto più entusiasmo se, anziché essere statici, sono in grado di consentire, con comandi locali o a distanza, la rotazione delle eliche di sostentamento e di direzione, come se gli stessi si apprestassero ad alzarsi in volo.

Nei paragrafi seguenti vogliamo mettere a disposizione di tutti la realizzazione di questa " magia ".

2.- TIPI DI ELICOTTERI IMBARCATI

Il primo esperimento di velivolo a decollo ed atterraggio verticale su nave militare fu forse quello effettuato nell’inverno dell’anno 1935 dall’autogiro La Cerva, spagnolo, a bordo dell’incrociatore pesante italiano FIUME ancorato nel golfo di La Spezia (v. fig.1).

Successivamente, il 2 gennaio 1944, due elicotteri del tipo Sikorsky YR-4B furono sistemati su una piattaforma di legno a bordo della nave britannica DAGHESTAN tipo " Liberty " ed effettuarono delle prove con scarso successo.

In Italia, dopo la guerra ’40-’45, nell’estate 1954 un elicottero Bell 47G (v. fig.2) effettuò prove di appontaggio e decollo a bordo dell’incrociatore GIUSEPPE GARIBALDI, nel golfo di Gaeta.

Visti gli ottimi risultati sperimentali con l’acquisto di n° 3 elicotteri del tipo di cui sopra, furono varati i progetti di n° 4 fregate classe BERGAMINI, prime unità al mondo con componente elicotteristica permanente.

Per queste navi fu adottato l’elicottero Agusta-Bell 47J-3A Super Ranger, alloggiabile in un hangar ripiegabile con sistema telescopico in quattro sezioni (v. fig. 3).

Elicotteri di maggiore importanza per gli incrociatori DUILIO e ANDREA DORIA furono i Sikorsky SH-34 (anno 1967) e gli Agusta-Bell 204.

Tutte le unità maggiori della MM a partire dagli anni ‘80, incrociatori, fregate, pattugliatori d’altura, ecc, sono dotate di uno o due elicotteri Agusta-Bell AB212ASW.

La portaerei GIUSEPPE GARIBALDI, invece, è dotata tutt’ora di elicotteri Sikorsky-Agusta SH-3D Sea King, armati con siluri a.s. MK 44 e missili aria-superficie, e elicotteri Westland EH101 oltre agli aerei McDonnell Douglas AV4-Plus a decollo verticale.

fig. 1

fig. 2

fig. 3

I modelli di navi realizzati dai soci dell’AMIREL generalmente imbarcano elicotteri biturbina tipo Agusta-Bell 212 (v. modelli Durand De La Penne, Etna e Lupo, fig.4-5-6 ), armabili con due siluri a.s. e due mitragliatrici.

fig. 4 (De La Penne)

fig. 5 (Etna)

fig. 6 (Lupo)

3 - FUNZIONAMENTO DEGLI AZIONAMENTI

L’elicottero imbarcato AB-212, ha due motori elettrici: uno (verticale) aziona le pale di sostentamento, l’altro (orizzontale e perpendicolare) all’asse del velivolo, aziona l’elica direzionale.

Il primo è del tipo a corrente continua, tensione 1,5 Volt, corrente assorbita 25 mA, ed è installato all’interno della cabina.

Per essere più simile al vero, il motore dovrebbe girare più lentamente; questo si potrebbe ottenere inserendo in serie all’alimentazione una resistenza, ma tale sistema non avrebbe fornito la coppia motrice sufficiente a vincere l’inerzia delle pale del rotore; allora, per raggiungere lo scopo di cui sopra, il motore è stato alimentato tramite un circuito elettronico, un multivibratore (v. paragrafo 4 successivo ).

fig. 7

fig. 8

Il motore dell’elica direzionale è installato sulla coda del velivolo ed è di tipo sincrono; poiché deve essere di dimensioni ridottissime, come rotore è stato usato un nucleo magnetizzato di ferrite, di quelli che vengono adoperati per gli orologi analogici alimentati a batteria.

Da un orologio recuperiamo la parte elettrica (v. fig. 7-8) e da questa smontiamo il nucleo magnetico e la bobina; può anche essere utile tagliare dal supporto di plastica il vano cilindrico con il perno su cui ruota il nucleo. Lo statore dovremo costruircelo con una lamina di lamierino magnetico a cristalli orientati, opportunamente sagomata, tenendo conto che per problemi d’ingombro la bobina dovrà essere alloggiata all’interno della carlinga mentre il nucleo, invece, si troverà all’estremità della coda.

La. fig. 9 rappresenta la sezione di un AB212 (in scala 1/72) con evidenziate le misure e le posizioni relative dei componenti elettromeccanici.

fig. 9

Inserire questi componenti nei modelli in scala 1/100 sarà più problematico perchè, essendo questi molto più piccoli e realizzati in metallo, lo spazio interno sarà più limitato e saremo costretti a lavorare molto di lima e fresa per aumentarlo, o addirittura realizzare ex novo la coda con listelli di plasticard incollati attorno allo statore; probabilmente il motore di sostentamento non entrerà nella carlinga e dovremo sistemarlo al di sotto del piano d’appoggio.

L’alimentazione della bobina è assicurata da corrente alternata generata da un inverter (v. paragrafo successivo); il consumo complessivo di questo motore è di 10 mA alla tensione di 1,5 Volt.

Con il metodo di cui sopra, l’elica direzionale gira velocissima; a questo scopo, è stato usato un piccolo accorgimento: l’asse dell’elica è stato realizzato con uno spillo su cui è stata calettata, solidale, l’elica direzionale bipala; lo spillo (asse) gira a folle all’interno del nucleo di ferrite; quest’ultimo, ruotando velocissimo in sincronismo con il campo magnetico generato dallo statore, trascina lo spillo su cui è calettata l’elica direzionale.

4 - SCHEMI E COMPONENTI

Lo schema funzionale del circuito elettronico è riportato nella fig. 10 e, come già detto, è alimentato da una batteria di tipo alcalino a 1,5 Volt.

I componenti impiegati sono:

n. 2 transistors PNP N3906

n. 7 transistors NPN 2N3904

n. 1 MOSFET BF244

n. 1 resistenza variabile 15 ohm

n. 2 resistenze 150 ohm

n. 3 resistenze 220 ohm

n. 4 resistenze 1 k ohm

n. 3 resistenze 2.2 k ohm

n. 2 resistenze 82 k ohm

n. 1 resistenze 1.1 M ohm

n. 2 condensatori 1 micro F.

n. 1 piastra per cablaggio circuiti elettronici a saldare di dimensioni cm.20x8 circa

n. 20 almeno di morsetti a pettine a saldare per effettuare le necessarie connessioni.

fig. 10

A completamento del Cap. 4 forniamo la fig. 11 che mostra è riportata la piastra di cablaggio dei componenti elettronici del modello dell’Etna (il circuito degli inverter è quello indicato dal contorno rosso)

fig. 11

5 – CONCLUSIONI

Nelle fig. 12-13 vediamo i modelli dell’AB-212 del De La Penne, con i rotori in funzione, e dell’Etna; nella parte inferiore della coda dei due modelli è possibile notare il rigonfiamento (che non c’è nella realtà) dovuto al posizionamento della bobina di alimentazione del rotore.

fig. 12

fig. 13

fig. 14

fig. 15

fig. 16

 

Nelle fig. 14-15 possiamo vedere i particolari dei supporti dei rotori ed in fig. 16 il pettine a 4 poli che unisce i collegamenti elettrici dell’elicottero al circuito elettronico.

Le figure che corredano l’articolo si riferiscono a modelli in scala 1/72, ad eccezione della 6 che si riferisce alla Lupo con un elicottero in scala 1/100 non motorizzato di Parasassi; il quale, se avrà tempo e deciderà di dotare la sua Lupo di un elicottero con i rotori funzionanti, vi potrà allora illustrare come sarà riuscito a conciliare gli ingombri della meccanica con un modello in scala 1/100.

Concludiamo l’articolo sperando di essere stati comprensibili ed esaustivi e soprattutto di aver invogliato qualcuno a seguirci nel lavoro; comunque siamo sempre a disposizione per eventuali chiarimenti e delucidazioni.

Bernardino, Massimo, Vincenzo

Articolo pubblicato in 3 parti sui NOTIZIARI n° 51-52-53

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