N O T I Z I E

numero 90

Anno XXXVII AMIREL – CLIII Unita’ d’ITALIA - MMDCCLXVII AVC

AGO-SET 2014

Poichè a Luglio e Agosto non ci sono manifestazioni modellistiche AMIREL ne approfitto per riempire il notiziario con alcune foto da me scattate durante l'estate, sperando di farvi cosa gradita.
Massimo

Parte dei testi qui riporatti sono tratti da Wikipedia; e se qualcuno volesse approfondire la materia può consulatare i siti internet citati.

LE MIE VACANZE MODELLISTICHE
M. Parasassi

 

Quest'anno mi sono regalato un paio di viaggi, uno in Scandinavia e l'altro in Cina e quindi ho pensato di farvi vedere alcune foto scattate nei Musei che sono di argomento modellistico:

Oslo - Museo delle navi Vichinghe

Oslo - Museo della nave Fram

Stoccolma - Museo del Vasa

Xi-An - L'esercito di terracotta

e senza andare tanto lontano anche il:

S.Severa (RM) - Museo del mare

Oslo - Museo delle navi Vichinghe

Il Museo delle navi vichinghe si trova a Bygdøy, nei pressi di Oslo, in Norvegia. Esso fa parte del Museo di storia culturale dell'Università di Oslo e deve la sua fama alle 3 grandi navi che ospita al suo interno, risalenti all'epoca vichinga: la Oseberg, la Gokstad e la Tune; oltre a ciò, sono conservati nel museo numerosi manufatti provenienti dal cimitero di Borre e da altri siti archeologici vichinghi.
Le navi Oseberg, Gokstad e Tune sono i tre unici drakkar ritrovati in buono stato di conservazione in Norvegia e questo si deve al fatto che essi furono utilizzati come tombe ed interrati, ed al loro interno furono trovati numerosi monili ed oggetti d'oro. La nave Oseberg, lunga 21,50 metri e larga 5,00, fu ritrovata nel 1904, essa risale al IX secolo e fu utilizzata per il funerale della regina Åsa; la nave Gokstad, lunga 23,30 metri e larga 5,24, inizialmente destinata a solcare il mare in quanto dotata di strutture per i remi e la velatura, venne comunque utilizzata per la sepoltura; la nave Tune, lunga 22,00 metri e larga 4,50, fu scoperta nel 1867 ed è la meno conservata delle tre.
http://it.wikipedia.org/wiki/Museo_delle_navi_vichinghe_di_Oslo
http://www.visitnorway.com/it/product/?pid=29095


 


Oslo - Museo della nave Fram

La Fram (Avanti, in norvegese) è una nave utilizzata in diverse spedizioni nelle regioni artiche ed antartiche dagli esploratori norvegesi Fridtjof Nansen, Otto Sverdrup, Oscar Wisting e Roald Amundsen tra gli anni 1893 e 1912. Disegnata da Colin Archer è probabilmente la più resistente nave in legno mai costruita.
Venne infatti realizzata appositamente per la spedizione in Artide di Fridtjof Nansen del 1893, dove era previsto un suo ibernamento tra i ghiacci del pack artico.
La Fram è considerata la nave di legno che ha navigato più a nord e più a sud del globo. È attualmente conservata nel Museo Fram di Oslo.
L'ambizione di Nansen era di esplorare l'Artide e di arrivare più a nord di chiunque altro. Per fare ciò doveva però affrontare un problema già incontrato da numerosi altri navigatori delle regioni polari: il pack può, soprattutto durante l'inverno, bloccare la nave per lunghi periodi ed addirittura stritolarla.
L'idea di Nansen era di realizzare un'imbarcazione capace di sopravvivere alla pressione non grazie all'utilizzo della pura forza di resistenza, ma con uno scafo disegnato per permetterle di sfruttare il movimento dei ghiacci per salire sul pack e quindi di galleggiare sul mare ghiacciato.
La Fram è realizzata in legno e quasi senza chiglia per affrontare i bassi fondali che Nansen credeva di incontrare.
Timone ed elica vennero disegnati per essere facilmente retraibili, e gli alloggi pensati per permettere all'equipaggio di sopravvivere a bordo per cinque anni.
La nave è rimasta inutilizzata dal 1912 sino agli anni venti, quando Lars Christensen, Otto Sverdrup e Oscar Wisting iniziano a raccogliere fondi per una sua conservazione. Nel 1935 la nave è trasportata nel museo Fram, dove si trova tuttora.
E' stata usata da Nansen nel 1893-1896 in Artide, da Sverdrup nel 1898-1902 nelle Isole canadesi e da Amundsen nel 1910-1012 in Antartide e quindi è l'unica nave ad essere stata sia al Polo Nord che al Polo Sud.
http://it.wikipedia.org/wiki/Museo_Fram


Stoccolma - Museo del Vasa

Il Vasa è un galeone svedese dotato di 64 cannoni, costruito per il re Gustavo II Adolfo di Svezia, tra il 1626 e il 1628 e affondato nel porto di Stoccolma il giorno stesso del varo, il 10 agosto 1628, dopo poche centinaia di metri di navigazione.
La costruzione della nave fu afflitta da frequenti interferenze da parte del re.
Poco dopo che la chiglia fu impostata, il re, venuto a conoscenza di costruzioni analoghe nelle nazioni concorrenti fece forti pressioni perché la nave fosse modificata, allungandola significativamente.
Il re ottenne quindi dopo l'allungamento e l'aggiunta di un secondo ponte di cannoni.
Il vascello che ne risultò era imponente, il meglio equipaggiato e il più pesantemente armato della sua epoca, ma era anche troppo lungo e soprattutto troppo alto rispetto alla larghezza; le masse ingenti ad alta elevazione, rispetto al baricentro, lo resero pericolosamente instabile.
Un aumento di stabilità fu ottenuto aumentando la zavorra, ma al prezzo di una maggiore immersione dello scafo.
Come era in uso all'epoca le sovrastrutture decorative avevano una funzione importante, anche se di fatto erano limitate alla sola inaugurazione (dopo l'inaugurazione le navi venivano spogliate e ridotte all'essenziale per poter navigare); il Vasa non fece eccezione: aveva tutte le fiancate coperte di statue in legno dorate e colorate, sui ponti erano issati palii e stendardi.
La dotazione di armamento dei cannoni dovette, su richiesta del re, essere allestita completa di palle e barili di polveri.
Il 10 agosto 1628 il Vasa issò le vele per il suo viaggio inaugurale poco al largo del porto di Stoccolma dove era stato costruito. Appena fuori dal porto, dopo poche miglia di percorso, una folata di vento lo fece inclinare su di un lato, ma con perizia il timoniere riuscì a raddrizzarlo.
Una seconda folata di vento però lo inclinò nuovamente e l'acqua iniziò ad entrare nello scafo attraverso i portelli dei cannoni. La nave affondò molto rapidamente ad appena 120 metri dalla costa e dopo aver percorso meno di un miglio marino, adagiandosi su di un fondale fangoso poco profondo; molti vengono salvati dalle imbarcazioni accorse in aiuto, ma almeno 40 delle 130 persone a bordo muoiono nel naufragio, fra cui anche mogli e figli di alcuni membri dell'equipaggio.
Dopo essere rimasto oltre tre secoli sott'acqua, è stato ripescato nel 1961 e sottoposto a restauro.
La conservazione della nave fu curata utilizzando sulle parti esistenti in legno il glicole polietilenico.
Il Vasa fu spruzzato per diciassette anni col glicole, con aggiunta di borace e acido borico come fungicidi, che era fatto asciugare lentamente.

Nell'interno ed intorno al relitto furono ritrovati oltre 26.000 manufatti. I materiali ritrovati, di origine marinaresca o di normale uso ed arredo, spesso mai usati (vasellame, cristallerie, accessori di abbigliamento, dotazione di sala e di cucina, attrezzature militari) sono esposti nello stesso museo in cui si trova la nave, costituendo un perfetto campione di materiali, dotazioni e costumi della cultura Svedese ed Europea di inizio del Seicento.
Nel giugno 1990 fu inaugurato il museo che contiene la nave e tutte le suppellettili recuperate.
http://it.wikipedia.org/wiki/Museo_Vasa


 


Xi-An - L'esercito di terracotta
(ovvero "L'apoteosi del modellismo")

L'esercito di terracotta è una scoperta archeologica cinese.
È formato da 6.000 a 8.000 guerrieri in terracotta (non lo si sa con certezza poiché gli scavi sono ancora in corso), vestiti con corazze in pietra e dotati di armi.
Queste statue erano di "guardia" alla tomba del primo imperatore cinese Qin Shi Huang (260 a.C - 210 a. C.).
Di queste statue sono state riportate alla luce circa 1000 guerrieri, 18 carri in legno e 100 cavalli in terracotta.
Tale sito archeologico si trova vicino a Xi'an, nella provincia Shaanxi della Cina.
Ma Qin Shi Huang Di è famoso anche per la costruzione della Grande Muraglia, una fortificazione lunga migliaia di chilometri.
Le ricerche archeologiche portarono alla luce nel corso degli anni (a partire dalla scoperta casuale nel marzo 1974 di quattro contadini che stavano realizzando un pozzo) fosse contenenti uomini in terracotta armati, carri, cavalli, statue di servitori, mandarini, concubine e oggetti di vita quotidiana come vasi ed utensili.
Le statue rappresentano una minima parte del complesso archeologico, che occupa un'area di 56.000 metri quadrati.
Quest'esercito rappresenta una replica fedele dall'armata che aveva contribuito a unificare la Cina.
Le statue colpiscono inoltre per il loro realismo e nei particolari: la tecnica usata per realizzarli consisteva nel compattare cerchi di argilla in modo da creare un tubo (il torace) e completate con l'aggiunta di gambe e braccia.
La struttura poi, veniva ricoperta di blocchetti di argilla per creare le uniformi e successivamente decorata.
Nel 1987 il mausoleo dell'imperatore Qin Shi Huang Di, di cui l'esercito di terracotta fa parte, è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
http://it.wikipedia.org/wiki/Esercito_di_terracotta

Per questa visita mi sento di fare un commento personale.
Il sito è di un'immensità che lascia esterrefatti. Sono state individuate finora 4 serie di fosse protette da hangar, il più grande dei quali raggiunge i 5 ettari. In questo hangar si possono individuare quattro zone distinte: nella la prima, scavata fino al livello del pavimento piastrellato, sono posizionate le quasi 1000 statue restaurate, nella seconda si vedono i guerrieri distrutti dal crollo del soffitto delle fosse a causa del tempo e dei terremoti, nella terza si vede lo scavo eseguito fino alla superficie del soffitto sotto il quale sono ancora sepolti i resti delle statue, nella quarta non ancora scavata è ricavato il laboratorio dove decine di esperti ricompongono le statue.
Un lavoro immane, se si tiene conto che in 40 anni è stato scavato e restaurato soltanto un decimo di quello che c'è nel sito.
Nel museo accanto alle fosse sono esposti alcuni guerrieri in teca dei quali, per la distanza ravvicinata, è possibile ammirare i particolari del volto, dei vestimenti e delle armature, comprese le suole antiscivolo degli stivali; alcuni esemplari delle migliaia di armi finora ritrovate, che non sono state rimesse in mano ai guerrieri ma stoccate altrove; due carri da guerra trainati ciascuno da 4 cavalli, in scala 1/2, che rappresentano l'apoteosi del modellismo, con morsi in bronzo e relativi snodi ancora funzionanti e finimenti in cuoio originali dell'epoca.


Dei 4 contadini scopritori del sito 2 sono ancora viventi, Yang Zhifa e Yang Ji De;
quest'ultimo autografa la copia della guida a Massimo Parasassi.



Nel frattempo, senza fare tanta strada, ho anche visitato il :

S.Severa (RM) - Museo del mare

Il Museo Civico di Santa Marinella, Museo del Mare e della Navigazione Antica, si inserisce nell'ambito della straordinaria area archeologica e monumentale di Pyrgi e del Castello di Santa Severa. Un luogo di grande importanza storica per il litorale nord di Roma, frequentato dalla preistoria fino ai giorni nostri in maniera ininterrotta.
Dal Centro Visite del museo si accede all'itinerario di visita di "Pyrgi e il Castello di Santa Severa": un percorso per scoprire la storia di uno dei più antichi scali portuali del Tirreno, importante luogo di culto, città etrusca, fortezza romana, castello e borgo medievale.
Un grande plastico rappresenta così come appare oggi il complesso medievale e rinascimentale sorto sui resti dell'antica Pyrgi.
C'è poi un plastico raffigurante una ricostruzione ideale in terracotta dei templi del santuario di Pyrgi agli inizi del V secolo A.C. e un plastico ricostruttivo del porto di Cartagine così come doveva apparire nel II secolo a.C. poco prima della conquista romana; al centro si trovava un'isola circolare formata da 30 bacini di carenaggio e dalla postazione di comando dell'ammiraglio.
Durante gli scavi archeologici del sito vennero ritrovate le "lamine d'oro di Pyrgi", famose perchè con le loro iscrizioni bilingue, etrusco e fenicio, consentirono di decifrare la lingua etrusca.
Un diorama in scala al vero ripropone un settore dello scavo subacqueo ricostruendo in dimensioni reali il cantiere, i subacquei intenti all'opera di scavo con la sorbona e il recupero di un'anfora, le strutture affioranti di due distinti relitti, una piccola barca e una grande nave oneraria carica di anfore e dolia, affondati uno sull'altro.
Di grande qualità ed interesse è la ricostruzione in scala al vero della stiva di una nave oneraria del I secolo a.C., di medio tonnellaggio, con carico di anfore e vasellame.
Lo studio condotto sui principali relitti scavati nel Mediterraneo ha consentito una riproposizione molto fedele delle strutture lignee, dei sistemi costruttivi, delle modalità di carico delle anfore e degli altri prodotti trasportati.
Le anfore appoggiate su un ideale molo in legno, sono state ordinate in senso cronologico e di provenienza geografica utilizzando diversi colori ed apposite tabelle descrittive che ne costituiscono una sorta di carta d'identità.
Interessante la collezione dei vari tipi si ancore, originali e ricostruzioni e la collezione di modelli in scala reale e funzionanti delle pompe di sentina dll'epoca.
http://www.culturalazio.it/musei/santamarinella/argomento.php



 

Che ne pensate?

Vale la pena di fare meno di 50 km da Roma, tanto per passare un pomeriggio diverso?


VI DO APPUNTAMENTO AL n° 91 CON LE CRONACHE DEGLI ULTIMI
TROFEI AMIREL 2014

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