N O T I Z I E
numero 36
Anno XXVI
GEN - FEB 2003
BILANCIO DI 3 ANNI DI INTERNET
Sono ormai più di 3 anni che l’AMIREL, grazie a Libero Infostrada, ha pubblicato il suo sito su internet.
Nel nostro sito sono pubblicati, e periodicamente aggiornati, il nostro Promo, lo Statuto, i Regolamenti con i quali gestiamo le nostre gare, le cartine per raggiungere la Sede e i Campi di Gara, il Calendario delle nostre attività, l’elenco dei Siti di interesse modellistico, la pagina Ultimora (sempre aggiornata in tempo reale), i nostri Giornalini a partire dal n° 1 (i nuovi soci potranno così consultarli quando vogliono), le Relazioni Illustrative delle nostre iniziative più importanti.
Il bilancio di questi anni è più che lusinghiero; ormai ci conoscono in tutto il mondo (ho ricevuto anche e-mail dalla Turchia e dall’Australia con richieste di consigli) e il nostro sito è visitato con una media che, nell’ultimo anno, si è stabilizzata su 180-190 contatti mensili (come si può verificare sul grafico allegato). L’andamento complessivo è risultato in costante aumento per tutto il 2000, stabilizzato su una media di 175 contatti mensili nel corso del 2001, un sensibile aumento nel 2002 con tendenza ad incremento.
Riceviamo una media di 50 e-mail mensili e di queste, almeno la metà sono di modellisti che ci chiedono consigli o suggerimenti. A tutti rispondiamo ed a molti abbiamo inviato anche fotocopie di progetti.
Abbiamo ricevuto moltissime richieste di collaborazione da altri siti modellistici e, con alcuni di questi (vedi pag. Notiziari), abbiamo scambiato il link (ai non esperti di internet spiego che questo significa che i due siti sono reciprocamente collegati).
Indubbiamente per me questo ha significato un aggravio di lavoro al computer, a scapito della mia attività modellistica, ma poiché tutte e due le attività le svolgo per hobby, mi sento gratificato ugualmente.
Comunque la scelta di andare su internet, alla prova dei fatti, si è rivelata veramente vincente.
Grafico degli accessi mensili al sito da Gen 2000 a Dic 2002
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RASSEGNA STAMPA
Metro 12 lug 2002
).
Il Messaggero 10 lug 2002
TECNICA MODELLISTICA – 11
TECNICHE DI COSTRUZIONE DI MODELLI DELLE NAVI MODERNE – 1
(V. Galeani)
Voglio fare una premessa: non sono un tipo che scrive a tutto spiano, anzi, non mi piace proprio; però credo che sia utile mettere al corrente delle mie esperienze giovani e ….. meno giovani.
Oltre al tradizionale sistema di costruire modelli di navi con chiglia e ordinate in legno, poi rivestite di fasciame, io ho sperimentato, credo con successo, altre due soluzioni.
La prima è la seguente, e, credo che vada bene per i modelli non più lunghi di 150 cm. fuori tutto: si tratta di realizzare modelli di scafi in vetroresina, con sistemi in parte simili a quelli secondo i quali si costruiscono scafi per diporto e militari fino ad 80 – 90 m. di lunghezza.
Per prima cosa, si costruisce la sagoma del modello in balsa (vedi fig. 1): la sagoma, chiamata anche "anima", riguarda solo lo scafo; le sovrastrutture verranno in un secondo tempo, saranno realizzate in maniera tradizionale e non saranno oggetto di questo articolo.
fig. 1
Lo scafo, in scala, senza i porta-assi delle eliche e senza i supporti dei timoni (calcagnoli, femminelle, etc.), dovrà essere levigatissimo, e trattato con una vernice tura-pori data in almeno due mani; per il trattamento finale sempre a vernice tura-pori, occorre altra levigatura con carta vetrata finissima (3M 622-P400 o simili).
Successivamente, si prepara una cassetta con assi di legno (v. fig. 2), internamente lunga circa 10 cm. in più dell’"anima", e larga lo stesso circa 10cm. in più. L’altezza interna dovrà essere almeno cinque cm. maggiore della metà della larghezza dell’anima. Si dovrà aver cura di rendere la cassetta abbastanza impermeabile all’acqua, usando sigillanti resistenti allo scopo.
I bordi superiori della cassetta dovranno essere perfettamente lisciati e livellati.
fig. 2
Si consiglia, d’ora in poi, di lavorare in un locale possibilmente separato dall’abitazione (una parte riparata di un balcone, un garage, una cantina, una stanza in fondo al proprio appartamento, etc.), soprattutto per evitare scontri con …la padrona di casa. Infatti, oltre a problemi di ordine e di pulizia, ci saranno d’ora in poi anche problemi di "diciamolo!!"…."puzze".
Ma torniamo alla nostra cassetta: calcoliamo il suo volume interno, ed acquistiamo una quantità di gesso del 10-20% in peso superiore al volume calcolato (per es., se il volume della cassetta è di 15 dmc, occorre acquistare 15X1,2 = 18 Kg di gesso).
Poi prendiamo un catino che possa contenere almeno il doppio del volume calcolato e versiamo una piccola quantità di gesso: aggiungiamo acqua e, con un mestolo a paletta, cominciamo a mescolare, aggiungendo pian piano gesso e acqua, in modo da formare una specie di crema omogenea, abbastanza liquida, che però deve essere priva di grumi. Pian piano, utilizziamo in questo modo tutto il gesso a disposizione.
Prima di versare il gesso, molto liquido, nella cassetta, con un pennello indelebile tracciamo una linea di mezzeria sull’anima e spennelliamo ben bene quest’ultima con olio di silicone ("distaccante"), per impedire che il gesso si attacchi all’anima.
Successivamente, versare il gesso nella cassetta sino a riempirla completamente, avendo cura di livellare il gesso all’altezza dei bordi superiori della cassetta.
A questo punto immergere longitudinalmente l’anima nel gesso sino alla linea nera di mezzeria, eliminando il gesso in eccedenza tra i bordi della cassetta e la mezzeria dell’anima e lasciare "riposare" il tutto per circa 48 ore (v. fig. 3).
fig. 3
Passato questo tempo l’anima si staccherà facilmente dal gesso ed avrete così a disposizione la prima "mezza forma" o "mezzo stampo" dello scafo.
Fate le stesse operazioni con la parte di "anima" che la prima volta non avete immerso nel gesso ed otterrete la seconda "mezza forma" dello scafo.
Coraggio!! Siete quasi a metà dell’opera, ma dovrete dare ancora prova della vostra abilità. Acquistate della resina epossidica tipo C-SYSTEMS 10-10 CFSA o equivalente (da miscelare con induritore al 50%) e della lana di vetro con spessore non superiore al millimetro. Tagliate la lana di vetro in strisce di altezza massima di 2 cm. e non più lunghe di 20 cm.
Spalmate l’interno della prima forma dello scafo con olio distaccante al silicone e poi preparatevi per applicare la resina allo stampo.
Sarà bene dotarsi di: guanti usa e getta, pennelli medi, mestoli di legno di vario tipo, scodelle di plastica. Sarà bene lavorare in un locale ben areato, o all’aperto in assenza di vento, comunque mai con temperature sotto i 10° C. La mascherina è consigliabile.
Infilati i guanti, versare una parte di induritore in due parti di resina in un piatto di plastica (mai fare il contrario) e mescolare ben bene con uno dei mestoli in modo da avere un prodotto omogeneo.
Con apposito pennello cospargere l’interno dello stampo di resina, facendo attenzione che lo spessore (circa 1 millimetro) sia uguale dappertutto.
Poi applicare le strisce di lana di vetro, una accanto all’altra, dopo averle immerse nella miscela esistente nel piatto. Picchettare con il manico di un mestolo in modo da eliminare tutti i vuoti d’aria tra le strisce e lo stampo. Spennellare di nuovo con la miscela di resina tutte le strisce posate nello stampo. Successivamente, applicare un’altra serie di strisce oblique o perpendicolari alle precedenti; in tal modo si aumenta la resistenza dello scafo alle sollecitazioni esterne.
Se si vuole uno scafo particolarmente robusto, si può applicare, sempre ortogonalmente alle ultime, una terza serie di strisce. Finita la posa delle strisce, effettuare una spennellatura interna finale di tutto il mezzo scafo, avendo cura di eliminare tutte le bolle d’aria presenti. Non preoccuparsi delle strisce che escono dalla cassetta: quando il tutto sarà asciutto (meglio far passare 48 ore circa), si possono asportare con un frullino. Allo stesso modo procedete con la seconda "mezza forma" o "mezzo stampo" dello scafo. Il distacco dagli stampi dei due mezzi scafo non dovrebbe presentare difficoltà: se necessario, aiutatevi con dei cacciaviti, con delle lesine e con delle pinze. I due mezzi scafi così ottenuti si possono incollare fra di loro con adesivi bicomponenti, tipo Marmo & Ferro della PATTEX: questi adesivi induriscono in 12 ore circa. Dopo questo tempo, basta eliminare le inevitabili sbavature con delle mole adatte e lo scafo è pronto: leggerissimo, robusto e … sicuramente bello.
Io mi sono trovato bene con la verniciatura opaca alla nitro, data a pennello (quella che adoperano i carrozzieri, per intenderci); di altri tipi di vernici non ho grande esperienza.
Prima di procedere alla verniciatura, quasi sempre bicolore, occorre tracciare la linea di galleggiamento. Si opera così: si posa lo scafo su un tavolo perfettamente livellato, e con una matita bloccata orizzontalmente con un morsetto all’altezza desiderata (tracciatore) si disegna una linea perfettamente orizzontale lungo tutto lo scafo.
Poi occorre dipingere con il colore voluto la parte dello scafo che sarà immersa (opera viva) sino ad 1 cm. sopra la linea di galleggiamento, facendo bene attenzione, però, a non cancellarla del tutto: poi, a vernice asciutta, applicare, premendo fortemente, una striscia di nastro isolante con la parte superiore corrispondente alla linea di galleggiamento vera e propria. Infine, verniciare con il colore voluto tutta la parte superiore dello scafo, avendo cura di spennellare dal basso verso l’alto anche la parte superiore della striscia di nastro isolante.
Una volta ben asciutta la vernice, togliere pian piano il nastro isolante e si avrà un ottimo risultato perché, essendo la vernice della parte superiore depositata sulla vernice della parte inferiore, dalla normale visuale dall’alto non si vede la sovrapposizione delle due vernici e la verniciatura sembrerà effettuata non a mano, ma con sistemi automatici.
fig. 4
In fig. 4 è riportato il modello della corazzata Vittorio Veneto del 1940 navigante, realizzato come descritto in queste note, in scala 1:200.
Ora a voi, in bocca al lupo!!! (segue nel prossimo numero)
Cronache delle ultime due gare del Campionato HLG, non pubblicate precedentemente per mancanza di spazio.
Nel prossimo numero la Classifica finale ed un commento sulle gare di quest’anno.
VI prova Campionato Laziale HLG
Questa sesta prova è stata "traslocata"' da Terni - località Campore a Fiumicino - Isola Sacra in quanto diversi concorrenti romani ci avevano sommessamente fatto capire di esser stufi di girare il Lazio quando i partecipanti "del luogo" non erano mai più di uno o due per gara. La cosa è poco piacevole a dirsi (non ce ne vogliano comunque i sempre ospitali Giuliano Rosati di Terni e Gino Ursicino di Reti in quanto la cosa non dipende da loro), ma purtroppo incontestabile, tenendo anche conto del tempo di viaggio e delle spese di trasporto collegate alle trasferte.
Ciò doverosamente premesso. passiamo ora ad osservare come si sia svolta la gara.
Anzitutto un sentito grazie agli amici del Club di Fiumicino - Isola Sacra ed al loro presidente: Lucio Reggiani che ci hanno all'ultimo momento messo a disposizione la loro pista e che in molti si sono visti ad osservare ed apprezzare la nostra attività ed a tifare per i loro "colleghi" in gara. Tempo ottimo con una lieve brezza di tramontana il mattino, che è poi calata con il salire dei sole; questa brezza ha permesso di effettuare ottimi traini con la fionda ed alle termiche di staccarsi spesso nei medesimi punti segnati dalle siepi lungo i molti, piccoli canali di scolo dell'Isola. Una tale situazione si è riflettuta sull'abbondanza di "pieni" che è andata però scemando al quinto lancio per la sopravvenuta calma di vento verso mezzogiorno (la brezza di mare stava infatti cominciando ad organizzarsi).
Le molte gare hanno stimolato l'allenamento, quindi le performances di quasi tutti sono ormai molto alte e quasi livellate per cui, fino all'ottavo posto, tutti avevano almeno tre "pieni"' in carniere. Oltre ai tre spareggi iniziali, vi sono stati due pari merito al quinto e al settimo posto. Tale situazione, che appesantisce lo svolgimento della prova e porta a qualche discriminazione, sarà oggetto di studio di variazioni al Regolamento vigente per ridurre drasticamente tali eventualità. Se ne riparlerà più diffusamente in un altro articolo. Andrea Cassinis ha scassato il secondo modello in prova per cui... si è limitato a "finanziare" la gara con la sua seconda quota. Eolo però, anche memore dei suoi molti secondi posti e dei suo proverbiale "fair play" e della sua disponibilità, l'ha premiato con l'alloro del vincitore.
La Giuria (Franco Piscitelli), ha fatto con professionalità il suo dovere; un encomio particolare va inoltre ad Eros Cavallaro, Curzio Santoni, Gianfranco Maggi ed altri per essersi prodigati a .... raccattare la fionda, rendendo quindi la gara più bella e veloce.
Coppe ai primi tre classificati e doni ... meccanici di vario tipo a tutti gli altri partecipanti compresi i cronometristi. Ecco i risultati della prova, tra parentesi il punteggio finale):
Cassinis A. (400) - Cavallaro E. (300) - Maggi M (225) - Maggi G. (169) - Zanardi A. (127) - Zanardi A (127)
De Marco S. (71) - Piccinini M. (71)
VII prova HLG
Tutto sommato le convinzioni di noi Organizzatori che l'idea di svolgere un "Campionato Regionale H.L.G. 2002" avesse portato più risultati negativi che positivi di partecipazione, è stata clamorosamente smentita da quest'ultima prova che, sarà pure per la ormai avvenuta conclusione di altre specialità e per le favorevoli condizioni meteo e di allocazione (Ali sul Tevere), è stata gradita da molti aeromodellisti facendo registrare una tale partecipazione (sedici concorrenti) da indurre il Direttore di gara (Franco Piscitelli) a non accettare - come in passato - doppie iscrizioni allo scopo dì contenere in tempi ragionevoli lo svolgimento della medesima,
La presenza di tre cronometristi: Vincenzo, Marcello e Gian Franco (che ringraziamo sentitamente), ha consentito uno svolgimento da subito piuttosto veloce (pur se con qualche inevitabile intoppo dovuto in parte alla fionda, ormai ridotta ai minimi termini) anche grazie alla sensibilizzazione dei concorrenti sulla necessaria tempestività dei lanci per ridurre al minimio i tempi morti sui ben 80 voli di gara!.
Il tempo complessivamente poco nuvoloso ma calmo, con presenza di leggera brezza a tratti e di direzione variabile (dovuta spesso al distacco delle bolle termiche), ha reso a volte aleatori i traini che in qualche caso si sono svolti con vento al traverso o in totale sua assenza; d'altra parte la Giuria ha ritenuto imperativo non perdere tempo prezioso in spostamenti transitori della fionda e della relativa segnaletica. La presenza dì ben 12 concorrenti largamente al di sopra dei 300 punti conferma quanto detto a proposito dei livello medio dei partecipanti nella cronaca della prova precedente, che cioè si è in presenza di almeno una dozzina di aeromodellisti capaci di volare per non meno di 110 secondi almeno tre volte (sui cinque lanci di gara).
Un'alta gradita conferma viene dalla constatazione che fra i primi quattro classificati, solo uno aveva un modello di serie (anche se "economico"), gli altri modelli erano "casalinghi" in tutto o in parte; ciò dimostra ancora una volta che con modelli di buon livello, quello che fa veramente la differenza è il Manico ed una sana dose di Cu ....; entrambi non in vendita! Una menzione a parte merita l'avventura di Simone Cavallo, il quale era a pari merito con Maurizio Maggi alla sesta prova e perdeva Campionato 2002 e settima gara per un solo secondo, avendo anche "fatto chiudere le ali in volo" al suo modello all'ultimo traino .... che poteva essere per lui quello decisivo!
Alle 13 abbiamo liberato il campo per i soci che gentilmente ci hanno ospitato e che ringraziamo ancora una volta e si è proceduto all'affollata premìazione con coppe e oggetti utili per tutti: concorrenti, Giuria e cronometristi.
Come al solito un buon numero di concorrenti, con la scusa di discutere dell'attività 2003, ha concluso la gara ... con le gambe sotto una bella tavola imbandita "dal Ruspante" a qualche chilometro di distanza verso Fiano!
Ecco i risultati della prova, tra parentesi il punteggio finale):
Maggi M (400)
Cavallo S. (300)
Crociani C. (225)
Cannarsa A. (169)
Tomaiuoli E. (127)
Cassinis A. (95)
De Marco S. (71)
Lustrati S. (53)
Ricordiamo a tutti i soci di rinnovare l'associazione all'AMIREL per il 2003.
Se siete impossibilitati a venire in sede potete versare la quota di € 35 (equivalenti a circa £ 67'800) a mezzo cc postale n° 33562034 intestato: AMIREL - Modellisti Romani.
Per limitare le spese di stampa e spedizione del giornalino, anche quest’anno lo dobbiamo far rientrare nella categoria lettere mantenendo a 6 il numero di pagine. Inoltre, sempre per limitare le pagine, alcuni articoli saranno scritti con caratteri più piccoli.
Speriamo di trovare quanto prima un nuovo sponsor che copra le spese di stampa e spedizione.
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