Costruzione barca a vela da un metro

[Antonello]

Ultima operazione strutturale sullo scafo, resinatura interna con un tessuto in fibra di vetro leggerissimo (29g/mq se non ricordo male). La sola resinatura non servirebbe a nulla, in quanto la resina di per sé non ha alcuna resistenza: è solo il mix resina+tessuto a conferire la resistenza.


Adesso (cioè quando domattina la resina sarà catalizzata..) lo scafo è veramente rigidissimo. Probabilmente sulle ordinate in carbonio, che pesano da sole ben 40 g si poteva risparmiare un bel po’, ma tant’è...

Lama di deriva pesata, 110 g, non male, considerando la sua robustezza e rigidità. Per la prossima ho comunque in programma qualche modifica che migliorerà resistenza e rigidezza diminuendo il peso.



Lama del timone 18 g, decisamente bene.



Bisogna inoltre considerare che lama di deriva e timone devono essere carteggiati, per cui una parte del pesante stucco a spruzzo verrà ridotto in polvere e asportato.
Intanto, viste le linee dello scafo, che sono risultate abbastanza “classiche” e più simili a quelle di un “Clipper” che di una barca da regata, ho deciso come realizzare l’albero: in legno, con armo tradizionale ovviamente, il che unisce i pregi estetici al risparmio economico...
Domani inizio a piallare l’abete e a fare le giunzioni a parella.

[alimurimeta]

Ciao Antonello, grazie per questo tuo diario di costruzione. Dopo aver assistito come spettatore e foto-reporter alla divertente manifestazione della amierl's cup, mi stanno prudendo non poco le mani per costruire un modello a vela. Magari potrei prendere spunto dal tuo modello e dalle soluzioni tecniche che stai adottando.
Saluti e buon divertimento

[Antonello]

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Dopo aver assistito come spettatore e foto-reporter alla divertente manifestazione della amierl's cup, mi stanno prudendo non poco le mani per costruire un modello a vela.
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Confermo che un modello di barca a vela è divertentissimo, quasi come stare dentro una barca vera, ma evitando nel contempo di prendere secchiate d'acqua in faccia...
Non credo che con la tua esperienza possa avere alcun problema per costruirne una, l'unica cosa che occorre tenere presente è che in una barca a vela alcune sollecitazioni sono, come quelle sulla deriva e sull'albero, piuttosto forti rispetto a quelle di un modello a motore e occorre quindi utilizzare materiali molto resistenti come il carbonio e approntare sezioni alquanto generose... Ti divertirai senz'altro moltissimo.

[Francesca]

Antonello, la tua è una documentazione veramente precisa e ben fatta. Io non costruirò mai una barca a vela ma mi piace e mi interessa la tua barca, che è di legno-vetro-resina. Grazie per il tuo contributo prezioso!

[Antonello]

Antonello, la tua è una documentazione veramente precisa e ben fatta. Io non costruirò mai una barca a vela ma mi piace e mi interessa la tua barca, che è di legno-vetro-resina. Grazie per il tuo contributo prezioso!

Non so ancora se fare l’albero in legno o in alluminio “di ferramenta”: in tutti i casi sarà una soluzione economica in quanto non penso valga la pena di fare per una barca da puro divertimento come questa l’albero in costoso tubo di carbonio. Tra vedere e non vedere li preparo tutti e due...
Ho trovato in laboratorio due listelli belli dritti di yellow pine adatti alla bisogna, piccole rimanenze di un lavoretto che feci tempo fa



I due listelli vengono incollati con l’epossidica in maniera tale che l’eventuale svergolamento di uno venga contrastato dall’altro e quindi l’albero rimanga dritto



Nel frattempo, fatta una copia del disegno delle vele che avevo fatto giorni fa , inizio a disegnare tutta l’attrezzatura, vale a dire boma, boma del fiocco, sartie, posizione delle scotte etc.



usando direttamente lo scafo come riferimento.



Prossimo passo sarà il montaggio di prova della lama di deriva e del timone.

[Antonello]

Spero che gli Amici romani non abbiano avuto noie con il terremoto, e che il tutto si sia risolto solo con qualche spavento. Ma speriamo soprattutto che le popolazioni di Umbria, Marche e Lazio colpite dagli eventi, zone bellissime dove mi è capitato in passato di trascorrere qualche vacanza, possano ritornare al più presto alla normalità. Pensando a loro le inevitabili grane quotidiane che imperversano nelle nostre vite assumono senza dubbio un altro significato.

Tra un tiggì e l’altro, ho iniziato a montare la lama di deriva. Questa è la zona dove ci sono le maggiori sollecitazioni della barca, vale a dire quelle a flessione e torsione della deriva, quelle a compressione dell’albero e quelle a trazione delle sartie, per cui va fatta con una certa robustezza.

La coperta in questa zona viene pertanto eseguita in multistrato di betulla da 4 mm. Naturalmente, e questo lo dico non certo per i vieux renards che scrivono su questo forum, ma per coloro che lurkano nell’ombra, quelli che “io vi leggo sempre ma non scrivo mai....” il compensato si lascia a dritta e sinistra con una certa abbondanza, viene prima eseguito lo scasso che accoglierà la testa della deriva, la quale si centra con un compasso in maniera da assicurarne il posizionamento esatto in mezzeria e quindi la perfetta verticalità, dopodiché si tracciano i bordi a dritta e sinistra scontrando direttamente la punta della matita con l’interno del fasciame e si taglia quindi a misura, incastrando il compensato all'interno del fasciame stesso.





Per ora il tutto è fissato solo con qualche punto di cyano, ma naturalmente il tutto verrà rinforzato in vetroresina e qualche strisciolina di fibre di carbonio. A pruavia della deriva verrà inoltre posizionato un puntello per assorbire e trasferire su tutto lo scafo lo sforzo di compressione dell’albero, che avrà il piede in coperta.
Alla prossima...

[franco48]

Spero che gli Amici romani non abbiano avuto noie con il terremoto, e che il tutto si sia risolto solo con qualche spavento. Ma speriamo soprattutto che le popolazioni di Umbria, Marche e Lazio colpite dagli eventi, zone bellissime dove mi è capitato in passato di trascorrere qualche vacanza, possano ritornare al più presto alla normalità. Pensando a loro le inevitabili grane quotidiane che imperversano nelle nostre vite assumono senza dubbio un altro significato.

Tra un tiggì e l’altro, ho iniziato a montare la lama di deriva. Questa è la zona dove ci sono le maggiori sollecitazioni della barca, vale a dire quelle a flessione e torsione della deriva, quelle a compressione dell’albero e quelle a trazione delle sartie, per cui va fatta con una certa robustezza.

La coperta in questa zona viene pertanto eseguita in multistrato di betulla da 4 mm. Naturalmente, e questo lo dico non certo per i vieux renards che scrivono su questo forum, ma per coloro che lurkano nell’ombra, quelli che “io vi leggo sempre ma non scrivo mai....” il compensato si lascia a dritta e sinistra con una certa abbondanza, viene prima eseguito lo scasso che accoglierà la testa della deriva, la quale si centra con un compasso in maniera da assicurarne il posizionamento esatto in mezzeria e quindi la perfetta verticalità, dopodiché si tracciano i bordi a dritta e sinistra scontrando direttamente la punta della matita con l’interno del fasciame e si taglia quindi a misura, incastrando il compensato all'interno del fasciame stesso.





Per ora il tutto è fissato solo con qualche punto di cyano, ma naturalmente il tutto verrà rinforzato in vetroresina e qualche strisciolina di fibre di carbonio. A pruavia della deriva verrà inoltre posizionato un puntello per assorbire e trasferire su tutto lo scafo lo sforzo di compressione dell’albero, che avrà il piede in coperta.
Alla prossima...

Buongiorno Antonello non è il caso di fare certe affermazioni in merito a coloro che" io vi leggo sempre ma non scrivo mai ...."secondo un mio modesto parere ci sarà un motivo o una ragione , chi sa?.Se ne sei i motivi , ho li richiami o non citarli a queste persone.

[Antonello]

Buongiorno Antonello non è il caso di fare certe affermazioni in merito a coloro che" io vi leggo sempre ma non scrivo mai ...."secondo un mio modesto parere ci sarà un motivo o una ragione , chi sa?.Se ne sei i motivi , ho li richiami o non citarli a queste persone.

Mode O.T. ON

Caro Franco

In un altro Forum un mio 3d ha avuto quasi diecimila contatti. Numero di post in risposta: 1 (uno).

Post di un Amico con il quale ci sentiamo per telefono più volte durante la settimana, che lo ha fatto più che altro per non farmi sentire come la particella di sodio della nota acqua minerale.

A parte coloro che scrivono sui forum per dire “oh, ma quanto sono bravo...” o coloro che da una certa notorietà su un forum cercano di “rifarsi delle spese”, entrambe genie quanto mai perniciose, scrivere su un Forum vuol dire impiegare tempo, fatica, esporsi alle critiche, che non mancano mai, avere anche spese, talvolta...

Vale la pena farlo solo se si ha un riscontro, e soprattutto un confronto costruttivo con altri, confronto che possa contribuire ad una crescita di tutta la comunità.

Capisco, molti hanno una certa ritrosia a scrivere sia perché ritengono che le cose che fanno non meritino attenzione, e qui ci vorrebbe una bella iniezione di autostima, oppure perché, perfettamente a proprio agio con attrezzi e colle, lo sono meno con la tastiera di un computer: ma se tutti pensassero che è divertente leggere e imparare dai post di un forum, ma nessuno si desse la pena di scrivere qualcosa, qualsiasi forum chiuderebbe bottega nel giro di pochi giorni. Ed è purtroppo ciò che sta accadendo, in quanto l’attività dei Forum, ed il loro inestimabile patrimonio di informazioni, sta per scomparire, attività fagocitata com’è dalle comunicazioni facili, ma futili ed effimere, dei social-network.

Ecco la ragione del mio del mio, chiamiamolo così, “sfogo”, del quale mi scuso con i Mod i quali, se riterranno questo post non pertinente, attueranno naturalmente le operazioni del caso.

Con stima e cordialità

Antonello

Mode O.T. OFF

[franco48]

Grazie di avermi risposto.