S.Luigina - motobarca da diporto (by etabeta)

[Antonello]

Piccolo inciso: anni fa feci una gita da Gioiosa Marea alle Eolie con una barca che mi ricordo praticamente identica. Possibile?
Complimenti per la realizzazione!

[etabeta]

E' molto probabile che sia proprio come dici tu. Se leggi il post introduttivo, saprai che questa barca faceva parte di un lotto di piccoli motopescherecci che furono costruiti per i pescatori siciliani che avevano perso le loro imbarcazioni durante il terremoto credo di Messina. Comunque la data di costruzione risale agli anni '50. Successivamente queste imbarcazioni hanno seguito strade diverse e molte sono diventate motobarche da diporto.

La linea è simile ai pescherecci di Monterey USA, costruiti da mastri d'ascia siciliani emigrati negli stati uniti insieme a molti pescatori siciliani. Anche questi pescherecci di Monterey sono passati di mano e pare che alcuni ora siano delle imbarcazioni per gite turistiche.

Comunque anche questo tipo di imbarcazione veniva costruita con la tecnica del "mezzo garbo" e della "tavoletta" senza usare disegni.

[Antonello]

Anche lo schema della verniciatura (bianco con fascia blu) è identico, devo cercare le foto che feci nell'occasione,
In effetti il disegno mi sembra più adatto a un'mbarcazione da diporto piuttosto che da pesca vera e propria, e la provenienza "americana" lo conferma.
A meno di modifiche intervenute in fase successiva naturalmente, ma la sovrastruttura sul ponte anteriore, la vetratura ampia etc. mi sembrano poco adatte ai metodi tradizionali siciliani di pesca.

[etabeta]

Antonello, l'imbarcazione è stata ristrutturata completamente per trasformarla in barca da diporto già prima che mio cognato la prendesse. Lo scafo è rimasto quasi immutato, ma l'armamento è stato trasformato e sono stati ricavati i posti sottocoperta, dove prima c'era il deposito delle reti e dei pescato.

Sono i pescherecci "Monterey" (che sono più grandi) che derivano dai piccoli motopescherecci siciliani di inizio secolo e non viceversa. Ti posto alcune foto di pescherecci "Monterey" che avevo trovato su internet tempo fa. Quelli addirittura montavano caldaie e motori a vapore.









Come vedi in origine l'armamento variava da imbarcazione a imbarcazione in base alle esigenze del proprietario.

Mi piacerebbe che tu ritrovassi qualche foto dell'imbarcazione che dicevi.

[Antonello]

Grazie per la risposta.
Infatti, mi sembrava piuttosto strano che le sovrastrutture potessero essere quelle di un motopesca.
Così come sarei interessato a notizie sui motopesca siciliani a vapore di inizio secolo.
Ho abitato in Sicilia sino alla fine degli anni '60 e ricordo che in quel periodo le piccole imbarcazioni da pesca erano ancora a vela e a remi, il motore era rarissimo.
Passavo da ragazzo ore a vederle, con un vermiciattolo attaccato a un amo su una lenzetta, il porto non era distante da casa mia.
Ho cercato le foto, ma devono essere rimaste in una casa dove ho abitato anni fa.

[etabeta]

Tieni presente che la S.Luigina vera è lunga poco più di 12 metri e quindi il motore è d'obbligo. In origine doveva avere un solo motore con l'asse dell'elica centrale (lo si deduce dalla forma della chiglia a poppa), ma quando mio cognato la prese aveva due motori diesel.

Il mio modello avrà un solo motore per non complicarmi lavita con la motorizzazione e i regolatori. Con due motori uno dovrebbe girare in senso destrorso e l'altro sinistrorso, di conseguenza anche le eliche dovrebbero essere una destrorsa a l'altra sinistrorsa.

[etabeta]

Ecco un paio di foto dello scafo con le mani di fondo





Sto realizzando il supporto; intendo farlo come un piccolo diorama di un'imbarcazione tirata in secco in un rimessaggio.
La chiglia poggerà su un paio di blocchi di legno e lo scafo sarà puntellato da quattro supporti laterali e blocchi di legno.

Per i supporti laterali mi sono ispirato a quelli usati nel rimessaggio dove si trovava la motobarca.





Alla prossima

[etabeta]

Rieccomi con un piccolo aggiornamento.

Per ora lo scafo è ancora fermo, perché mi sono dedicato alla realizzazione della base di supporto.
Dopo aver realizzato i quattro sostegni, che sto sistemando, ho realizzato la base con un foglio di compensato da 4mm, che ho rinforzato nella parte inferiore con qualche tavoletta e che ho successivamente tagliato e incorniciato con altre tavolette (tutto materiale di recupero).





Sul piano di questo "vassoio" simulerò il terreno del rimessaggio barche dove si trova la Santa Luigina.

Dopo una prima mano di coppale, ho subito voluto vedere l'effetto che avrebbe fatto con la motobarca sui supporti.



Ecco tutto.

[etabeta]

Aggionamento sull'avanzamento lavori.

Dopo aver segnato la linea di galleggiamento con un nastro per mascheratura, ho liberato lo scafo dalla struttura interna per dare inizio alla fase di completamento.

Ecco alcune foto di come si presenta lo scafo appena tolta la struttura interna costituita dalla falsa chiglia e dalle false ordinate. Per togliere questa struttura ho dovuto lavorare di seghetto e di tronchesi perché non volevo forzare troppo per non rovinare lo scafo.





Ho anche completato la base, sulla quale ho incollato i supporti che ho "invecchiato" per dare loro un aspetto più realistico. Per ora ho spolverato uno strato di sabbia, ma successivamente aggiugerò delle cosette per ambientare meglio il contesto.

Ho cominciato la fase ci completamento dello scafo coprendo la parte superiore delle murate come è nell'imbarcazione vera. Poi aggungero dei bagli per irrobustire lo scafo e sostenere il ponte e le sovrastrutture. Ecco alcune foto dello scafo in lavorazione, poggiato sui suoi supporti.













Ciao

[etabeta]

Desidero precisare che nell'ultima foto del mio precedente post c'è un riflesso del flash che da l'impressione che in quel punto lo scafo presenti una irregolarità; ma non è così.

Ora vi racconto le ultime novità:

Dopo aver liberato lo scafo dalle strutture interne, ho cominciato con la realizzazione dei bagli per creare l'appoggio della coperta e......
... SORPRESA!!!

Lo scafo ormai libero dalle strutture interne si è rilassato allargandosi di circa 8mm in corrispondenza dell'ordinata maestra

Me ne sono accorto perché mi sono riferito al piano di costruzione per prendere le misure per tagliare il listello col quale intendevo fare il primo baglio.

8 mm non sono pochi, ma considerando le dimensioni del modello che alla maestra dovrebbe misurare 257 mm ed è lungo più di 80 cm, in fondo non si sarebbe notato questo rilassamento. Ma non mi va di chiudere gli occhi e continuare a lavorare con le nuove misure, così armato di buona volontà mi sono ingegnato per riportare la larghezza del modello alla misura giusta.

Ho preparato il baglio della misura giusta e l'ho montato stringendo il modello con un morsetto. Ecco la foto



Tutto questo per dire che la tecnica dello scafo vuoto riserva questa sorpresa ed è quindi importante montare i bagli appena possibile.
Il vantaggio però è il massimo spazio disponibile all'interno dello scafo.

Per ora non ho altro da mostrare del mio modello, salvo una piccola curiosità.

Devo realizzare una piccola applique da montare a poppa dell'imbarcazione come nella barca vera. Dopo aver pensato varie soluzioni (tutte rigorosamente Fai da Te), alla fine mi è venuta l'idea si sfruttare le confezioni delle pillole che purtroppo prendo.

Con una piccola cornice di filo d'ottone ecco come potrebbe venire l'applique.



Poi se voglio una applique ancora più piccola allora posso usare il blister delle Cardioaspirine

Buon modellismo a tutti